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Europtrode XIV

Europtrode XIV

Si è chiusa a Napoli la settimana prima di Pasqua la quattordicesima edizione del convegno internazionale Europtrode (Conference on Optical Chemical Sensors and Biosensors), uno dei più importanti convegni internazionali nel settore. IFAC e IREA sono stati i due Istituti coinvolti nell’organizzazione del convegno, patrocinato dal CNR, con Francesco Baldini e Romeo Bernini chair della Conferenza. Il convegno aperto dai saluti del sindaco di Napoli Luigi de Magistris, è stato caratterizzato da 5 comunicazioni plenarie, 10 comunicazioni su invito, 50 comunicazioni orali e 165 presentazioni poster.
Nel corso del convegno, a cui hanno partecipato oltre 250 persone provenienti da tutto il mondo, sono state affrontate, in un'atmosfera altamente multidisciplinare, le tematiche all’avanguardia nel settore, dalla nanofotonica e nanoscopia ai cristalli fotonici, dalle proteine bioluminescenti ingegnerizzate alle macchine a DNA e ai sensori intracellulari, solo per citarne alcune.
Nel corso del convegno è intervenuto il past president della società SPIE, Robert Lieberman, per premiare il miglior poster presentato da uno studente, mentre è stato assegnato il premio della migliore presentazione del convegno, offerto dalla rivista internazionale Sensors.

Maggiori informazioni sono reperibili qui

Avviso sulla costituzione nuovo Istituto di Scienza per il Patrimonio Culturale

Il giorno 22 marzo si è tenuta la prima Riunione del Comitato di Coordinamento per l’attuazione dell’Istituto di Scienza del Patrimonio Culturale (ISPC) del CNR (delibera n. 29 e 30 del CdA CNR del 6 marzo 2018 allegate alla presente), di cui fanno parte: il Direttore del Dipartimento Scienze Umane e Sociali Patrimonio Culturale del CNR prof. Gilberto Corbellini, la dott.ssa Anna Lucia D’Agata direttore facente funzioni dell’Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico (ISMA), il dott. Daniele Malfitana direttore dell’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali (IBAM), il dott. Salvatore Piro direttore facente funzioni dell’Istituto per le Tecnologie applicate ai Beni Culturali (ITABC), il dott. Marco Realini direttore facente funzioni dell’Istituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali (ICVBC).

Il Presidente del CNR prof. Massimo Inguscio ha dato il via ai lavori del Comitato, riunito per la prima volta, per sottolineare l’importanza della riorganizzazione degli istituti che si occupano di patrimonio culturale all’interno del CNR. I lavori del Comitato, come stabilisce la delibera citata, termineranno il 6 maggio p.v.

In attuazione della delibera del CdA che ha approvato la nascita del nuovo istituto, il Comitato di Coordinamento ha deciso di organizzare incontri pubblici rivolti a tutto il personale del CNR, per promuovere e condividere il progetto di riorganizzazione alla rete scientifica.

Il Comitato ha stabilito le date degli incontri da tenersi nelle quattro sedi principali degli istituti interessati, seguiranno dettagli logistici:

Tutti i ricercatori, tecnologi e il personale tecnico e amministrativo, se interessati, sono invitati a partecipare.
Per comunicazioni inerenti questo processo di riorganizzazione potete scrivere a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Un metodo più economico e pulito per produrre acqua ossigenata

Un metodo più economico e pulito per produrre acqua ossigenata

Comunicato Stampa Cnr n° 40/2018

 

Ricercatori dell’Iccom-Cnr e Imem-Cnr, in collaborazione con l’Università di Trieste, a partire da un nanomateriale carbonioso, hanno messo a punto un catalizzatore elettrochimico per la produzione più sostenibile del perossido di idrogeno. Il metodo risolve anche i problemi di sicurezza posti da uno dei processi ecologici messi a punto negli ultimi anni per la sintesi di H2O2 che usa idrogeno e ossigeno, miscela potenzialmente esplosiva. Lo studio è pubblicato su Chem

Il Consiglio nazionale delle ricerche, attraverso l’Istituto di chimica dei composti organo metallici (Iccom-Cnr) e l’Istituto dei materiali per l’elettronica ed il magnetismo (Imem-Cnr), ha trovato un’alternativa per produrre il perossido di idrogeno - l’acqua ossigenata che usiamo comunemente per disinfettare ferite e indumenti - impiegando un innovativo nanomateriale, privo di componenti metalliche. I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Chem, possono rendere il processo più ecologico ed economico.

“Negli ultimi anni, team di ricercatori di diversi Paesi si sono concentrati per trovare un processo ecologico per la sintesi di H2O2. Recentemente, l’interesse si è focalizzato su un metodo che sfrutta idrogeno e ossigeno, cioè i due costituenti atomici della molecola”, spiega Paolo Fornasiero, ricercatore Iccom-Cnr e professore ordinario all’Università di Trieste, primo autore dello studio cui hanno partecipato Francesco Vizza, direttore Iccom-Cnr, Manuela Bevilacqua (Iccom-Cnr) e Lucia Nasi (Imem-Cnr), in collaborazione con l’Università di Trieste. “Un processo molto pulito, rispetto a quello tradizionale che usa l’antriachinone, ma che presenta un importante problema di sicurezza, dal momento che le miscele di idrogeno e ossigeno sono potenzialmente esplosive. Il processo messo punto dal nostro gruppo di ricerca impiega invece come reagenti l’ossigeno e l’acqua”.

Per far reagire questi due componenti, l’équipe di ricerca ha sviluppato un nuovo nanomateriale. “Si tratta di un catalizzatore basato su una componente carboniosa nanostrutturata appropriamente modificata che, a differenza di altri materiali carboniosi già impiegati, è altamente selettivo ed efficiente e richiede solo modeste quantità di energia per innescare la reazione attraverso ossigeno e acqua”, prosegue Fornasiero. “Inoltre, essendo privo di componenti metalliche, si evita la reazione parallela ed indesiderata di decomposizione, che in pratica è la reazione inversa a quella di sintesi. Questo determina un efficace accumulo di acqua ossigenata nel tempo”.

Il perossido di idrogeno è diffuso non solo come disinfettante ma anche come ingrediente in vari detergenti e nell’industria della carta e tessile per lo sbiancamento di cellulosa e indumenti. “È una molecola molto versatile, con una molteplicità di applicazioni che implica una produzione annuale mondiale ai intorno ai 4.5 milioni di tonnellate”, conclude Fornasiero. “Visto il costo e l’impatto ecologico per la sintesi del perossido di idrogeno, il nostro metodo potrebbe favorire una produzione più sostenibile e più economica, poiché eviterebbe l’attuale uso del palladio, metallo piuttosto costoso. In questo modo il composto potrebbe essere usato efficacemente anche per la rimozione di agenti inquinanti delle acque, perché non rilascia residui chimici nocivi, ed essere più diffuso quale disinfettante in ambito sanitario nelle aree economicamente più svantaggiate, quali l’Africa”.

 

Fonte: Iccom-Cnr, Imem-Cnr, Università di Trieste - messa a punto di un catalizzatore elettrochimico a partire da un nanomateriale carbonioso per la produzione ecosostenibile del perossido di idrogeno.
Studio pubblicato su Chem