Braccia (giovani) restituite all'agricoltura

 

N° 9 del 5 settembre 2018

Settembre, andiamo, è tempo di rientrare

Estratto

Agroalimentare

Braccia (giovani) restituite all'agricoltura

Giovani, preparati e competitivi. A capo di oltre 55 mila aziende agricole italiane ci sono agricoltori under 35, laureati e hi tech. La loro presenza in agricoltura è esplosa nell'ultimo anno e ha portato l'Italia al vertice in Europa. Secondo una relazione di Unioncamere e Coldiretti, il numero di giovani che sceglie il ritorno alla terra cresce e i dati Istat lo confermano: il primo semestre 2017 ha registrato un incremento del 6,8%, percentuale che arriva al 9% nel terzo trimestre.

"La crisi dell'occupazione giovanile in Italia è molto forte, quindi i figli di agricoltori, di fronte alla difficoltà di trovare un impiego, decidono di dedicarsi all'azienda di famiglia", spiega Antonio Raschi, direttore dell'Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Cnr. "Il mondo agricolo ha vissuto un profondo cambiamento nelle colture, nell'organizzazione del lavoro, nel tipo di commercializzazione. Ha recepito tutte le innovazioni che via via si presentavano. I giovani agricoltori hanno un livello culturale più elevato delle passate generazioni e questo li aiuta a confrontarsi con il mercato".

I nuovi imprenditori agricoli usano il web e la tecnologia, uno su quattro è laureato e otto su dieci vanno periodicamente all'estero. Caratteristiche che li rendono idonei a sostenere le sfide del mercato globale: le loro aziende rispetto alla media possiedono infatti una superficie superiore di oltre il 54%, un fatturato più elevato del 75% e il 50% di occupati in più. Il 70% delle imprese giovani opera inoltre in attività che mirano all'ecosostenibilità, alla tutela ambientale e all'attenzione al sociale: fattorie e orti didattici, agriasilo, agricoltura sociale per l'inserimento di detenuti e tossicodipendenti, attività di educazione alimentare e ambientale con le scuole.

Tuttavia, si registra un forte squilibrio fra Nord e Sud, questa volta a vantaggio del Mezzogiorno, che vede Sicilia e Sardegna regine della crescita delle aziende agroalimentari di giovani under 35. Nello specifico, la Sicilia vanta la maggiore percentuale: i giovani agricoltori guidano l'8,1% delle imprese. Un divario, quello fra Settentrione e Meridione, che riflette le difficoltà emerse da un recente report della Commissione Europea. I giovani del Nord Italia hanno maggiori difficoltà nell'accesso alla terra, anche se quelli del Sud, che spesso tornano alle proprietà agricole di famiglia, faticano a trovare informazioni affidabili relative ai servizi pubblici. La problematica principale, che accomuna tutti, è l'accesso al credito. L'impegno economico di partenza per un'azienda agricola, secondo Coldiretti, oscilla fra i 30mila e i 50mila euro.

Insomma: la partenza nel settore agricolo non è facile, ma per agevolarla i giovani agricoltori possono contare sull'aiuto dei fondi europei. Nel 2016-2017 sono stati circa 30mila quelli che hanno presentato domanda per accedere ai Piani di sviluppo rurale (Psr) dell'Unione. "Sicuramente le agevolazioni a livello europeo aiutano i giovani agricoltori, ma spesso manca un supporto tecnico, che pure ha un costo elevato", conclude Raschi. "Con l'Istituto abbiamo sostenuto un'associazione di giovani agricoltori interessati alla semina su sodo e questo ha sviluppato dinamiche di collaborazione fra gli agricoltori che sono andati oltre le nostre aspettative, producendo ottimi risultati".

Grazia Battiato

Fonte: Antonio Raschi, Istituto di biometeorologia, Firenze , email This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.